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La Quaresima è il tempo in cui farci raggiungere dallo sguardo di Dio

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Nancy Bauer | Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 21/02/23

Gesù riusciva a vedere in ognuno non semplicemente la colpa, ma l’uomo o la donna nascosti sotto di essa. La Quaresima è il tempo in cui dobbiamo farci raggiungere da questo sguardo, e sbarazzarci di tutto ciò che lo impedisce. 

Vangelo mercoledì 22 febbraio (Cattedra di S. Pietro ap. (f)) LECENERI

Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (Mt 6,1-6.16-18)

Il mercoledì delle ceneri apre il grande tempo della Quaresima. Esso non è un tempo triste ma penitenziale. La differenza è importante perché la penitenza è purificarci da tutto ciò che impedisce la gioia.

Il nostro cuore a volte è incrostato di tante cose che lo appesantiscono. Cose che facciamo fatica a toglierci di dosso. Cose che non vogliono morire. Si ha allora bisogno di chiamare queste cose per nome e di togliere a esse ogni forma di sostentamento.

Solo così, come una cellula tumorale che non ha più possibilità di nutrirsi e quindi muore, allo stesso modo ciò che ci impedisce di essere liberi deve morire in noi. Tutto il tempo della Quaresima ci aiuterà ad accendere la luce su molti aspetti che solitamente teniamo occultati dentro di noi.

Ma il punto di partenza ce lo suggerisce Gesù nel brano del Vangelo di Matteo di oggi:

Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.

La prima cosa da far morire è l’irrefrenabile desiderio di apparire, di essere visti dagli altri, di cercare lo sguardo degli altri. Questa cosa non va intesa in maniera moralistica, bensì in chiave esistenziale. Tutti abbiamo bisogno di uno sguardo di bene addosso per poter vivere.

Nessuno di noi può fare a meno di sentirsi guardato e stimato con affetto, ma ciò che ci insegna Gesù è che questo sguardo che umanizza la nostra vita noi ce l’abbiamo addosso sempre, ed è lo sguardo di Dio.

Egli infatti ci guarda sempre con tutta la stima e il bene necessari a vivere. È Lui, infatti, che ci ha dato la vita. Ed è Lui, infatti, che ci mantiene vivi. Se lo fa è perché riesce a vedere al di là delle nostre miserie, così come ci ha insegnato Gesù.

Egli infatti riusciva a vedere in ognuno non semplicemente la loro colpa, ma l’uomo o la donna nascosti sotto di essa. La Quaresima è il tempo in cui dobbiamo farci raggiungere da questo sguardo, e sbarazzarci di tutto ciò che lo impedisce. 

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