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Perché Carlo Acutis ha fatto la Prima Comunione a soli 7 anni?

CARLO ACUTIS

carloacutis.com

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 19/10/22

Per comprendere la spiritualità di Carlo Acutis bisogna addentrarsi nel Mistero Eucaristico che lo rendeva diverso dai suoi coetanei

Carlo Acutis fece la prima comunione a soli sette anni: la sua preparazione spirituale verso il sacramento fu seguita dalle monache Romite, che lo ospitarono più volte al loro monastero. Il beato strinse con le suore un legame importante. Loro colsero che non era un ragazzino come gli altri. Ma che dentro aveva un fuoco che lo avvicinava al Signore in modo vigoroso. Tant’è che precocemente, parlò dell’eucaristia come la sua «autostrada per il cielo». 

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L’antefatto: la tata Beata 

Il piccolo Carlo Acutis, classe 1990, desiderava fortemente sin da bambino di fare la comunione. La tata Beata diceva che il beato era molto precoce, e faceva sempre domande quasi da “grande”. Carlo in effetti era particolarmente curioso, dice mamma Antonia Salzano Acutis nel libro “Il segreto di mio figlio” (Piemme). Era interessato alla storia di Gesù e quando andava con lei a Messa era dispiaciuto perché non poteva fare la Comunione. Con Beata, Carlo iniziò anche a recitare il rosario, alcuni se lo ricordano quando ancora così piccolo mostrava la sua bella corona. 

Le “autostrade” di Carlo

Carlo aveva soli sette anni, ma la sua formazione era fuori dal comune. La frequentazione con le suore, la madre catechista, la volontà crescente, giorno dopo giorno, di incontrare per la prima volta il Signore, cibandosi del suo “corpo”, facevano sì che per il beato Acutis si aprivano “autostrade” differenti dai suoi coetanei. Arrivò a fare la Comunione in un clima di grande, immensa gioia. 

Cosa significa il “con voi”?

Nei suoi appunti, trascritti nel libro dalla madre Antonia Salzano Acutis, si evince la forza del messaggio eucaristico. Così Carlo commentava le parole di Gesù quando promette di “essere con noi sempre”, fino alla fine del mondo. 

“Il “con voi” significa l’esistenza a due. Il “con” significa vita insieme. E vita insieme significa: convivenza, compartecipazione, collaborazione, piani a due, interazione, armonie organizzative, domande-risposte, attività concertate, ideali rincorsi insieme, valori vissuti insieme, valori difesi insieme, migliorati insieme. “Con voi”: è il tabernacolo capito, è il tabernacolo aiutato, collaborato. Le due parole vanno rese vita. E si rendono vita se dentro sono “vita”. Prendendo cognizione del tabernacolo, riappropriandosi e gestendo il tabernacolo, manovrando il tabernacolo, si attua finalmente il “con voi”. 

Il Mistero Eucaristico

Dio aveva detto a Mosè: “io sarò con te” (Es 3,12), e Gesù Cristo lo ripete a ciascuno di noi, battezzato nel suo nome, che cerca di vivere osservando il suo Vangelo. Carlo Acutis era talmente consapevole di questo, da impostare tutta la sua esistenza nell’incontro quotidiano con Gesù, attraverso il Santissimo Sacramento. 

Per comprendere la spiritualità di Carlo Acutis bisogna addentrarsi nel Mistero Eucaristico. Sin da quando fece la prima Comunione a sette anni, cominciò ad andare a messa e a fare l’adorazione eucaristica o prima o dopo di essa, tutti i giorni. 

Ai tempi di Gesù

Diceva Carlo: “Se ci riflettiamo bene, noi siamo molto, ma molto più fortunati di coloro che vissero più di 2000 anni fa accanto a Gesù in Palestina. Gli Apostoli, i discepoli, la gente di quei tempi, sì potevano incontrarlo, toccarlo, parlarci, ma erano limitati nel tempo e nello spazio”.

Secondo lui “le persone che vissero accanto a Gesù non potevano cibarsi del suo Corpo e del suo Sangue come possiamo fare al contrario noi. Non potevano fare l’adorazione eucaristica attraverso la quale Gesù ci trasfigura e ci assimila sempre di più a Lui”.  

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