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300 ebrei nascosti in monasteri e parrocchie: la città di Assisi è “Casa di vita”

Assisi, Italy

Roberto Ferrari | CC BY-SA 2.0

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 27/10/21

Gli ebrei così si salvarono e scamparono alla furia nazi-fascista. Ora la Fondazione internazionale Wallenberg ha dedicato un riconoscimento unico alla città di San Francesco

Sono circa 300 gli ebrei che riuscirono a salvarsi dalla furia nazi-fascista durante la seconda guerra mondiale e che trovarono rifugio nei locali dei monasteri, della diocesi, dai frati francescani e in alcune parrocchie della città di Assisi, senza che vi fosse mai stato un solo caso di delazione da parte della cittadinanza. 

Questo a testimonianza, che nonostante gli orrori della guerra, ci fu un’intera città che silenziosamente si oppose al male. Fu così che si salvarono vittime innocenti delle persecuzioni.

AUSCHWITZ, OBÓZ
La persecuzione a cui furono sottoposti nei lager gli ebrei e coloro che li aiutavano.

Casa di Vita

Il 27 ottobre 2021, all’interno dell’evento “Spirito di Assisi” promosso dalla Diocesi di Assisi, si è svolta la cerimonia di riconoscimento dell’omonima città come “Casa di Vita”, da parte della Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg. L’evento è stato organizzato in sinergia con il Comune della città di Assisi e il Museo della Memoria.

«Il messaggio centrale che vogliamo trasmettere con questo importante riconoscimento, soprattutto alle nuove generazioni, è che il bene non è mai banale e non passa mai di moda. E, che fare il bene è una scelta concreta e possibile, in ogni momento», sottolinea Silvia Costantini, Vice presidente della Fondazione.

“Un esempio unico nel buio della Shoah”

La cerimonia si è tenuta lungo la via Borgo San Pietro ad Assisi, dove si trova il Monastero di Santa Colette, insieme ad altri conventi, luoghi iconici, dove furono salvate diverse famiglie ebree. Il programma ha previsto gli interventi delle autorità, la lettura delle motivazioni, la partecipazione di alcune classi di studenti.. E infine lo svelamento della targa “Case di Vita”.

«E’ un grande piacere e un vero onore ricevere questo riconoscimento dalla fondazione Wallenberg che ha compreso subito l’importanza di Assisi come luogo dove ha prevalso la vita sulla morte, l’accoglienza sull’indifferenza, la fraternità sull’odio – commenta Marina Rosati, ideatrice e responsabile del Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”. Assisi, anche con questa straordinaria pagina di storia che ha caratterizzato gli anni ’43-’44, è un esempio unico e una luce nel buio della Shoah».

La Fondazione Wallenberg

La Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg è una ONG fondata nel 1992 da Baruch Tenembaum in memoria del diplomatico svedese Raoul Wallenberg, che salvò migliaia di ebrei dalle persecuzioni naziste in Ungheria.

Obiettivo della Fondazione è mettere in luce quegli eroi silenziosi che contribuirono durante gli anni bui della seconda guerra mondiale a salvare tante vite di innocenti.

Con questo spirito, la Fondazione Wallenberg ha avviato da qualche anno un programma di portata internazionale. Si chiama “Case di Vita”. E con esso vengono riconosciuti, attraverso una targa commemorativa, quei luoghi come chiese, scuole, monasteri, conventi, collegi o abitazioni private, in cui le vittime innocenti delle persecuzioni, soprattutto i bambini, trovarono rifugio durante la Shoah.

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