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Non si scende a compromessi con il male: ciò che è di scandalo va tolto con coraggio!

MĘŻCZYZNA W CIENIU

Quin Stevenson/Unsplash | CC0

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 28/02/19

E ciò è valido per tutto. Se quel social ti crea problemi meglio toglierlo. Se quella relazione mina la serenità della tua famiglia meglio tagliarla. Se le macchinette al bar dietro casa ti tolgono libertà meglio chiedere aiuto. Radicalità non buonismo.

Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Perché ciascuno sarà salato con il fuoco. Buona cosa il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri». (Mc 9,41-50)

La serietà con cui il Vangelo di oggi ci inchioda, ci lascia senza molti commenti: “chiunque avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono, meglio sarebbe per lui che gli fosse messa al collo una macina da mulino e fosse gettato in mare”. I grandi scandali che attraversano anche in questi ultimi mesi la nostra comunità ecclesiale trovano nel Vangelo una lettura durissima. Essere di scandalo non significa semplicemente fare del male o abusare, ma sapere che con quel male, con quelle azioni sbagliate, si è creato un ostacolo nella vita delle persone a poter essere felici, a sperimentare un senso, a sentire l’amore di Dio. Chi ha fatto questo, dice Gesù, non può vivere come se nulla fosse. Non è l’estromissione della misericordia, ma non ci può essere nessuna misericordia finché non c’è una chiara consapevolezza di ciò che si è fatto. Nel piccolo della nostra vita questo si ripete spesso, senza che nemmeno gli altri se ne accorgano. Infatti ci sono cose che ci ostacolano nel nostro cammino di santificazione ma non troviamo il coraggio di liberarcene. “Se la tua mano ti fa cadere in peccato, tagliala; meglio è per te entrare monco nella vita, che avere due mani e andartene nella geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti fa cadere in peccato, taglialo; meglio è per te entrare zoppo nella vita, che avere due piedi ed essere gettato nella geenna. Se l’occhio tuo ti fa cadere in peccato, cavalo; meglio è per te entrare con un occhio solo nel regno di Dio, che avere due occhi ed essere gettato nella geenna”. Non è un invito a farci del male fisicamente ma ad estromettere con forza tutto ciò che ci fa del male.Non si scende a compromessi con il male. Non si trovano vie di mezzo. Ciò che è di scandalo, di ostacolo, di inceppo, va tolto con coraggio. E ciò è valido per tutto. Se quel social ti crea problemi meglio toglierlo. Se quella relazione mina la serenità della tua famiglia meglio tagliarla. Se le macchinette al bar dietro casa ti tolgono libertà meglio chiedere aiuto. Radicalità non buonismo. (Mc 9,41-50)

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