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Come il mio idraulico s’è trasformato in un maestro spirituale

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By SJ Travel Photo and Video | Shutterstock

Alain Noël - pubblicato il 29/10/18

È sotto l’azione dello Spirito Santo che lo sguardo da noi portato sulle situazioni quotidiane vissute nel mondo del lavoro, in seno alla nostra famiglia, si trasforma. Così un passaggio delle Scritture difficile da comprendere è stato rischiarato dal mio idraulico che, tutt’a un tratto, è diventato un maestro spirituale.

Chi non ha tentennato sulla pretesa di Gesù quando dice ai suoi discepoli: «Se qualcuno viene a me e non odia suo padre, sua madre, sua moglie, i suoi figli, i suoi fratelli e le sue sorelle, e anche la propria vita, non può essere mio discepolo»? (Lc 14,26). Chi usa una Bibbia senza apparato di note a pie’ di pagina si dirà che quel giorno Gesù doveva essere di cattivo umore, quel giorno – insomma, per quanto possa esserlo Dio… –. Una traduzione più accessibile parla di “preferenza”… Malgrado questo, molti trovano che Gesù esageri ancora un poco. Se non osiamo dirlo così crudamente, la nostra attitudine mostra in compenso che questo è esattamente ciò che pensiamo.


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Contrariamente a quanto abbiamo l’abitudine di pensare, però, Dio non ci “forma” nei ritiri e nelle preghiere, se non in rare occasioni. La nostra formazione si effettua dopo, quando siamo immersi nel mondo. E quindi è il mio idraulico che mi ha permesso di capire il senso di questa esigenza. Giudicate allora la mia esperienza: siccome nella città dove abito l’acqua è parecchio dura, si è rivelato indispensabile installare un addolcente d’acqua in casa. Dove lo mettiamo? La mia casa è grande e possiede diversi piani.

Una collocazione evidente

Se decidessimo di installarlo al primo piano, solo i bagni del piano ne avrebbero l’acqua addolcita. Al secondo avverrebbe lo stesso. La collocazione s’impose a noi con una tale evidenza che non offriva adito a ulteriori tergiversazioni: bisognava installarlo al carico generale dell’acqua in casa. È stato un lampo e ho capito perché Gesù chiede la preferenza, cioè di essere al primo posto nelle nostre vite. Non è un capriccio, da parte sua, ma buon senso.


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Se sta al carico generale dell’acqua, dunque alla fonte della nostra vita, è tutta la nostra vita che ne risulta addolcita. E così è se lo mettiamo al primo posto: nostro padre, nostra madre, nostra moglie, i nostri figli, i nostri fratelli e sorelle e noi stessi, tutti beneficeranno dell’acqua viva, l’acqua addolcita dall’amore di Cristo. Se collochiamo Gesù non alla fonte, ma al “piano religioso”, solo le nostre relazioni religiose ne saranno addolcite – e già non sarebbe male – ma risulterebbe insufficiente. E invece è tutta la nostra vita, come pure il rapporto con gli altri, che il Signore vuole irrigare, trasformare.

Farsi mandare un idraulico celeste

Oggi possiamo decidere di far installare Gesù al primo posto nella nostra vita; di fare tutto “per Cristo, con Cristo e in Cristo», come si dice nella messa. Approfittiamone anche per chiedere al Padre nostro celeste che ci mandi di tanto in tanto un idraulico celeste, perché il nostro spirito s’ingorga spesso (Mc 6, 52).

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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